Past’ cu ‘e pret’
Avreste mai pensato di gustare il sapore del mare senza le sue tipiche specialità (come cozze, vongole, gamberi o altri molluschi)? Oggi ci sembra impossibile, eppure fino a non molto tempo fa gli stabiesi che si trovavano in condizioni economiche poco agiate ,ricorrevano all’insolito utilizzo dei sassi, presi dal profondo del mare per sostituire la “ ricchezza” organolettica dei più costosi mitili. I sassi, dopo esser stati raccolti, venivano lasciati bollire non solo per un fattore igienico ma anche perché rilasciavano il sapore dell’acqua marina , e l’acqua di bollitura sarebbe poi stata utilizzata per reidratare la pasta. Oltre ai sassi poi, ingredienti aggiuntivi erano: pomodorini, aglio, peperoncino , prezzemolo, olio e sale. Questa ricetta, è la testimonianza della capacità della povera gente di saper improvvisare e apprezzare ciò che aveva, senza pretese e con i mezzi a propria disposizione.
Qualora voleste provare a preparare questo piatto, ecco gli ingredienti; i passaggi per la preparazione li potete trovare nel video che segue.
INGREDIENTI per 5 persone:
5-6 pietre di grandezza media
900 gr di pomodorini maturi o un barattolo di passata di pomodoro da 750 gr
Mezzo chilo di spaghetti o linguine
125 gr di olio extravergine di oliva (o mezzo bicchiere)
Uno spicchio d’aglio
Un ciuffo di prezzemolo fresco
‘’Le Pacchianelle’’
Se sentiste il termine ‘’Pacchianelle’’, cosa vi verrebbe in mente?
Fino agli anni 70 a Castellammare di Stabia ,nel giorno dell’Epifania, era solita svolgersi una sfilata le cui protagoniste erano ‘’Le Pacchianelle’’, ovvero bambine e giovani donne vestite con abiti della tradizione contadina; ognuna di esse sfilava trasportando un cesto contenente prodotti tipici del luogo. Il corteo rimanda ad un presepe itinerante, accompagnato da inni religiosi. Questa celebrazione di stampo religioso è una delle tante che sono state perdute con il passare del tempo, e di cui al giorno d’oggi restano soltanto foto e ricordi. Nel seguente audio potete trovare informazioni esplicative.
Natale al Cognuolo
E’ prorio vero: l’abito non fa il monaco. L’arco del Cognulo, nonostante sia così piccolo, così basso e così stretto e nonostante non goda di una buona condizione estetica, una volta costituiva il passaggio principale per la processione stabiese durante la notte di Natale. Attualmente non ci rimane altro che la messa di mezzanotte nella chiesa cittadina e un presepe vivente.Circa 60 anni fa , nella notte di Natale, dopo la celebrazione della messa i fedeli si riunivano nelle case per giocare a tombola e per gustare i tipici dolci natalizi. Verso le 3 del mattino, uscivano per partecipare alla processione di Gesù Bambino , che si svolgeva nella strada del Cognulo.
Per tale occasione , nonostante i tempi difficili , via Santa Caterina offriva uno spettacolo straordinario: le botteghe erano tutte aperte , varie decorazioni erano disposte lungo la strada , tutto il percorso era illuminato da luci variopinte e una gran folla occupava la salita del Cognulo.
La processione avanzava lenta dall’Arco del Cognulo con periodiche soste ed era accompagnata da canti religiosi e da preghiere. Ad un certo punto tali melodie erano interrotte da un preciso segnale, il quale esigeva silenzio e oscurità; infatti tutte le luci delle case si spegnevano e sui davanzali e sui balconi erano disposti lumini e candele. Un silenzio irreale calava su tutto il Rione.
Arrivati al ponte della Vesuviana , veniva alzata una stella cometa, dall’alto scendevano giù coriandoli e dai balconi venivano esposte coperte colorate. Seguiva poi l’esibizione degli zampognari. Alla fine il sacerdote alzava al cielo il Bambino Gesù sciogliendo così la processione sancita anche dall’esplosione di sgargianti fuochi d’artificio. Quella del Cognulo era una tradizione semplice ed affascinante , che riusciva a raccogliere intorno al rito del Natale un’intera cittadinanza
Redatto da: Sunerga
classe:4CG anno:2016/17