La tradizione religiosa: “fratièlle e surélle”
Si narra che alla fine del ‘700 un paranziello travolto da una tempesta fu miracolosamente salvato dall’intervento della Madonna. Nel corso dei decenni successivi si sono verificati una serie di prodigi che hanno incrementato la devozione dei marinai stabiesi nei confronti della Madonna di Porto Salvo – la cui chiesa si trova, per l’appunto, nei pressi del porto.
A partire dall’ inizio del ‘900 questa devozione si è tradotta in una processione – tipica del luogo, che prende il nome di “fratièlle e surélle” – che avviene nelle dodici notti che precedono la festività dell’Immacolata Concezione.
Ogni notte, per dodici notti consecutive, i devoti alla Madonna – che in molti casi si sono votati a quest’ultima – si svegliano prima dell’alba e attraversano i quartieri della città recitando il rosario, incuranti della stanchezza e delle condizioni meteorologiche. Si attesta che il primo devoto a “dare la voce” – ossia a sollecitare i fedeli con un tono di voce particolarmente alto – fu il pescatore Francesco Paolo Castellano.
Parallelamente alla tradizione religiosa, ce n’è una che viene considerata, a detta di mons. Cece e Don Catello Di Martino, quasi pagana. La notte tra il 7 e l’8 dicembre nei vari quartieri della città stabiese ha luogo una gara per la realizzazione del falò , detto “fuocaracchio”, più spettacolare.
Redatto da: Argonauti
classe:4BG anno:2016/17