Castellammare di Stabia vanta un’antica e lunga tradizione teatrale che affonda le sue radici nell’esigenza di rappresentare la città nelle sue peculiarità. Ciò non dava soltanto lustro alla realtà socio-culturale di Castellammare, ma soprattutto permetteva allo spettatore di identificarsi in ciò che veniva messo in scena. Inoltre, egli aveva così una maggiore e più profonda consapevolezza di sé, come avveniva già in passato grazie ai concetti aristotelici di “mimesi” e “catarsi”.
Già a partire dall’inizio del ‘900, Castellammare aveva avvertito il bisogno di modernizzarsi, anche per poter offrire nuove possibilità di svago per turisti e non. Questo fu possibile anche grazie all’intervento di Natale Montillo, il quale, tornato in città dopo la seconda Guerra Mondiale, prima acquistò il cinema Savoia (l’odierno Supercinema) e successivamente progettò il cinema-teatro Montil, inaugurato il 16 ottobre 1954. Tra le opere prodotte e portate in scena al Montil troviamo “Luna Rossa” ispirato alla canzone omonima di Vincenzo De Crescenzo.
redatto da ZEPHYROS
classe:4CG anno:2016/17
Il Supercinema non è stato l’unico teatro a Castellammare, nel 1968 è stato fondato il C.A.T. che è diventato scuola di teatro ed ha contribuito alla formazione di giovani attori, così la tradizione continua a vivere. Nonostante i tempi duri causati dalla poca affluenza ai teatri nell’ ultimo decennio, Castellammare conserva invariata la passione per quest’ arte di cui si fa vanto a livello nazionale e internazionale. Ma allora come vivono oggi la situazione coloro che mantengono alto il nome e il prestigio del teatro stabiese? Abbiamo dunque intervistato il signor Lello Radice, attuale direttore artistico del Supercinema e alcuni giovani membri del C.A.T. per sentire cosa hanno da dire riguardo il nostro amato teatro.
Classe 5 DG anno 2018/19